Al Sindaco di Cosenza

Al Sindaco di Cosenza sulle pratiche mortuarie di tumulazione nel cimitero cittadino.

Non so se il sindaco di Cosenza si sia mai trovato nella condizione di dover aspettare 15 giorni, un mese, due mesi o tre mesi, prima che la salma di un suo congiunto particolarmente stretto fosse trasferito, per trovare degna sepoltura, dall’obitorio cimiteriale al suo loculo o nella sua cappella privata. Ma per i cittadini comuni di Cosenza si stanno delineando ormai da diverso tempo situazioni e attese intollerabili di questo genere. Per questa ragione, come uomo e cittadino, gli rivolgo domande non solo opportune ma necessarie e doverose,con la speranza che egli avverta il bisogno di rispondere celermente con provvedimenti adeguati e indilazionabili.

1. Perché i proprietari di loculi priva- ti devono essere collocati in gradua-torie di attesa, peraltro puramente verbali e ufficiose, relativamente alla sepoltura dei loro congiunti?

2.Perché queste graduatorie non vengono rese pubbliche o comunque note al momento in cui una salma giunge nell’obitorio cimiteriale? Perché non ci si adopera, altresì, a fugare l’inevitabile dubbio che tale mancanza di trasparenza sia in realtà funzionale ad interessi inconfessabili e a logiche clientelari tanto illegali quanto immorali e abusive?

3.Perché l’Amministrazione comunale non provvede ad incrementare il personale previsto per la sepoltura delle salme, vista la situazione attuale di sovraffollamento dei defunti in attesa di sepoltura, o non consentono ai titolari di loculi privati di provvedere autonomamente sia pure con autorizza-zione formale degli uffici cimiteriali?

4. Perché non si elimina quello spettacolo indecoroso di dover trovare all’ingresso del cimitero questuanti di incerta identificazione che non si preoccupano di poter speculare persino sul dolore di chi va a visitare i propri congiunti?

5.Perché, in sostanza, le autorità comunali non sentono il bisogno etico-civile di portare maggiore rispetto a tutta la cittadinanza almeno su una problematica così delicata e, soprattut-to, a coloro che, avendo lasciato questa vita, meriterebbero ben altro rispetto dai loro simili?

Perché? Sono cose troppo difficili da attuare, troppo costose, amministrati-vamente e umanamente troppo angoscianti?

Francesco di Maria

Lascia un commento