Nuova fase della guerra all’Is. La Turchia lancia altri raid contro i jihadisti al confine con la Siria

(citato da “L’Osservatore Romano” del 25 luglio 2015)

La Turchia apre un altro fronte nella guerra contro il cosiddetto Stato islamico (Is). Con i nuovi raid aerei contro postazioni dei miliziani in Siria e con l’autorizzazione al Pentagono di utilizzare la base Nato di Incirlik — per permettere a droni e caccia americani di colpire più velocemente — il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, ha inaugurato una nuova fase, dai risvolti ancora imprevedibili.

Per la seconda notte consecutiva gli aerei turchi hanno attaccato obiettivi dell’Is al confine con la Siria. Colpiti anche campi dei militanti del Pkk (Partito dei lavoratori curdi) nel nord dell’Iraq. È la prima volta dal 2013, da quando cioè era stata firmata una tregua tra Ankara e i ribelli curdi, che si verifica un attacco contro postazioni del Pkk. Le tensioni con i curdi sono salite nei giorni scorsi dopo l’attentato rivendicato dall’Is lunedì scorso a Suruc, nel sud-est della Turchia, che ha causato 32 morti. I guerriglieri curdi hanno infatti rimproverato il Governo turco di non combattere adeguatamente i jihadisti. Mercoledì scorso il Pkk si è assunto la responsabilità dell’uccisione di due agenti di polizia turchi vicino al confine con la Siria.

I nuovi raid — ha spiegato ieri Erdoğan — rappresentano «un passo diverso» che Ankara ha dovuto intraprendere a causa dei «cambiamenti nel nord della Siria».

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